Nine Italian Senators have introduced a motion for a New Bretton Woods System as the solution to the Argentinian crisis. The motion has been introduced by senators belonging to the "Autonomies" group, which is made up of senators elected in areas populated by minorities, like Alto Adige (South Tyrol), Val d'Aosta, etc. The group includes also a few senators who do not belong to those areas, but who joined in order to help form a parliamentary faction. The signers are: Oskar Peterlini, Helga Thaler Ausserhofer, Giulio Andreotti (former Prime Minister), Alois Kofler, Mauro Betta, Renzo Michelini, Augusto Arduino Claudio Rollandin, Francesco Salzano, Giuseppe Ruvolo. A "motion" could potentially lead to a formal bill, if it makes it the Senate floor, through a process where other factions endorse it, propose improvements, or even alternative platforms.
The motion is similar to the text of the parliamentary interrogation previously introduced in the Lower House by Reps. Rizzo and Pistoni. It establishes that recent financial crises, from the 1997 Asia crisis to Argentina, are "not a series of isolated cases, but an expression of the crisis of the whole financial system, characterized by out-of-control financial speculation." It blames the crises on IMF policy and mentions a 6-point reconstruction program for Argentina which "various political, economic, social, and religious forces in Argentina have put at the center of discussion:
"1. A peso-dollar decoupling, without devaluation or other forms of dollarization, de facto a new currency without obligations towards the current system;
"2. measures of exchange and capital control, like those ones that in the Fifties were able to protect currencies;
"3. the creation of a 'national bank' to issue new, long term and low interest rate credits to expand productive investments in industry and agriculture, particularly in middle-sized enterprises;
"4. freezing of all foreign debts and the opening of an investigation on the legitimity of the debt still owed;
"5. creating a defense-coordination with other natins on the continent, aiming also to create a latin-american common market.
"6. reintroducing the inviolable principle of national sovereignity against any form of intereference from globalizing supranational structures."
The motion then directs the government to support Argentina's "process of regaining national sovereignity in formulating economic policy", to support an Argentinian debt moratorium and organize a support from the European Union.
As concerns the international financial crisis, the motion directs the government "to carry out at all levels the demand of a revision of the IMF role and policies; to consider the initiative of proposing to convoke a new international conference, at the level of heads of State and Government, such the one which was held in Bretton Woods in 1944, aiming at establishing a new international monetary system and at taking necessary measures to eliminate the mechanisms that have led to the creation of the speculative bubble and to the systemic financial crash, as well as to start programs of reconstruction for the world economy."
For more information follow this link:
https://www.parlamento.it/att/resocon/home.htm
SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
131ª SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 27 Febbraio 2023
(Antimeridiana)
Presidenza del vice presidente FISICHELLA,
indi del vice presidente CALDEROLI
INDICE GENERALE
RESOCONTO SOMMARIO
Pag. V-XIV
RESOCONTO STENOGRAFICO
1-145
ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nel corso della seduta)
147-236
ALLEGATO B (contiene i testi eventualmente consegnati alla Presidenza dagli oratori, i prospetti delle votazioni qualificate, le comunicazioni all'Assemblea non lette in Aula e gli atti di indirizzo e di controllo)
237-328
(...)
PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, ANDREOTTI, KOFLER, BETTA, MICHELINI, ROLLANDIN, SALZANO, RUVOLO. – Il Senato,
premesso:
che il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie – a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America Latina, fino al più recente crollo della new economy in USA, alla gigantesca crisi bancaria giapponese in corso e alla bancarotta dell'Argentina – non può che impensierire le popolazioni, le classi dirigenti, le imprese, gli investitori e i risparmiatori in quanto non è una serie di casi isolati ma la manifestazione di una crisi dell'intero sistema finanziario caratterizzato dalla speculazione sfuggita a ogni controllo;
che l'intera bolla finanziaria mondiale ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari (di cui 140.000 solamente negli USA) in rapporto ad un prodotto interno lordo mondiale di circa 40.000 miliardi di dollari e che questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni;
che la crisi finanziaria rischia di provocare una grandissima crisi per il risparmio e in special modo per i fondi pensione;
che la politica monetaristica del FMI nei confronti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo quali l'Argentina è stata negli anni passati direttamente responsabile dell'aggravamento della loro situazione fino alla bancarotta, imponendo il pagamento di alti tassi di interesse e tagli del bilancio e degli investimenti produttivi che hanno gravemente intaccato il prodotto interno reale delle nazioni;
che la politica di privatizzazioni richieste dal FMI è risultata non adatta per tutte le situazioni, come dimostrano anche i ripensamenti in corso sulle privatizzazioni (per esempio quelli delle ferrovie) persino in Inghilterra, la nazione che per prima ha esaltato questo orientamento;
che il continuo pagamento degli interessi sul debito imposto dal FMI ha strangolato l'economia argentina (nel 1998 il pagamento degli interessi era l'11% del bilancio nazionale, nel 2000 il 15% e nel 2023 il 18%. Questo salasso di ricchezza e di investimenti è andato sempre più ad incidere negativamente sulle entrate fiscali: nel 2023 le entrate fiscali sono crollate del 33% rispetto all'anno precedente);
che l'intera America Latina negli anni passati ha già pagato più volte l'intero ammontare del suo debito estero: nel 1980 era di 259 miliardi di dollari, nel 1999 dopo aver pagato cumulativamente 628 miliardi di dollari in interesse «rimanevano» 793 miliardi di debito da pagare (dati della Banca Mondiale);
che quindi la crisi argentina non è specifica a questa nazione bensì riguarda l'intero continente latino – americano, dove il Messico e il Brasile (in cui la svalutazione della moneta non ha risolto il problema del debito, al contrario, e ha creato momenti di tensione con gli altri paesi del continente), per esempio, sono stati condotti dal FMI sull'orlo di un crac come quello dell'Argentina e di altre nazioni quali la Turchia e la Polonia, in quella che è una manifestazione molto forte della crisi dell'intero sistema che si evidenzia in maniera sempre più quantificabile e tangibile anche negli USA, in Giappone e in Europa, per cui una duratura soluzione per l'Argentina può avere luogo solo nel contesto di un totale riorientamento produttivo e di una riorganizzazione del sistema economico e finanziario internazionale;
che il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale ma al sistema «politico» del FMI che, invece di sostenere una partecipazione vera nello sviluppo della nazione, ha introdotto meccanismi monetaristici che hanno favorito varie forme di corruzione. Ad esempio, parlamentari del partito argentino ARI il 31 dicembre 2023 hanno presentato una dettagliata documentazione sulla «struttura bancaria parallela» che ha organizzato illegalmente tra ottobre e dicembre 2023 una fuga di capitali e operazioni di riciclaggio per parecchi miliardi di dollari, che non sarebbero potuti avvenire senza che il FMI ne fosse a conoscenza. Il giudice di Bueno Aires Maria Servini de Cubria ha aperto un'indagine sul caso;
che la Chiesa Cattolica argentina ha preso una posizione molto chiara sulla crisi. L'arcivescovo di Rosario Mons. Eduardo Miràsha ha detto il 17 novembre 2023: «Un popolo non può morire per pagare il debito». Mons. Hector Aguer di La Plata il 20 dicembre 2023 ha diffuso una lettera aperta sul debito estero dove denuncia tra l'altro la politica (imposta dal FMI) di «deficit zero» che ha drasticamente ridotto il benessere generale allo scopo di pagare gli interessi sul debito agli «usurai»; infatti il popolo muore per debiti contratti da altri e per fini chiaramente non di interesse nazionale;
che varie forze politiche, economiche, sociali e religiose dell'Argentina hanno posto al centro della discussione la proposta per un programma di ricostruzione e di sovranità nazionale che prevede i seguenti punti:
1) lo sganciamento del peso dal dollaro senza svalutazione o altre forme di dollarizzazione, di fatto una nuova moneta senza obblighi con l'attuale sistema;
2) misure di controllo sui movimenti di cambi e di capitale come quelle che negli anni Cinquanta si rivelarono capaci di proteggere le monete;
3) la creazione di una «banca nazionale» per emettere nuovi crediti a basso tasso di interesse e a lungo termine per espandere gli investimenti produttivi nell'industria e nell'agricoltura, in particolare nella media industria;
4) il congelamento di tutti i debiti con l'estero e l'apertura di un'indagine sulla legittimità del debito ancora dovuto;
5) la creazione di un coordinamento di difesa con altri paesi del continente mirante anche a creare un mercato comune latino americano;
6) la reintroduzione del principio inviolabile della sovranità nazionale contro ogni forma di interferenza da parte di strutture sovranazionali della globalizzazione,
impegna il Governo:
1) per quanto riguarda direttamente l'Argentina:
a sostenere in ogni modo questo processo di riacquisizione della sovranità nazionale nella formulazione di una politica economica, come sopra riportata, nell'interesse del popolo argentino;
a sostenere in particolar modo la richiesta di moratoria sul debito estero;
a sostenere, anche con la partecipazione diretta, i progetti di rilancio degli investimenti nell'economia produttiva;
a portare questa mobilitazione anche nelle istituzioni dell'Europa così da trasformare questo sostegno italiano in sostegno europeo e rilanciare in modo concreto l'impegno già assunto dall'Europa per l'America latina con l'appoggio al progetto del Mercosur;
2) per quanto riguarda la crisi dell'intero sistema finanziario e monetario internazionale:
a portare avanti in tutte le istanze la richiesta di una totale revisione del ruolo e delle politiche del FMI;
a prendere in particolare l'iniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza internazionale a livello di Capi di Stato e di Governo, come quella che si tenne a Bretton Woods nel 1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e prendere quelle misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa e al crac finanziario sistemico e per mettere in moto programmi di ricostruzione dell'economia mondiale.